Breve storia del bandoneón durante la Germania nazista. Breve storia del bandoneón durante la Germania nazista.

Il bandoneón durante la Germania nazista

Un resoconto storico

Premessa importante

Questo articolo non è un'apologia del nazismo né tanto meno un atto di accusa verso il passato della Germania.

È basato su testimonianze storiche e su documenti di pubblico accesso, e va inteso come un resoconto di carattere storico e divulgativo.

Tutti i bandoneonisti si confrontano prima o poi con il pensiero che lo strumento che suonano ogni giorno molto probabilmente venne costruito nella Germania nazista. So bene che quest'informazione generalmente non crea problemi di etica o di morale, e basta sentire come suonano certi strumenti di quegli anni per dimenticarsi presto della questione. Tuttavia mi ha sempre colpito il fatto che in quel momento abbiamo tra le mani un autentico pezzo di Storia e ho trovato interessante approfondirla.

Questa ricerca è divisa in tre parti: c'è un prima (una breve genesi del bandoneón), un durante (le vicende dello strumento tra il 1933 e il 1945) e un dopo (dalla fine della guerra fino ai primi anni '50).

Il "prima"

Una breve genesi del bandoneón

Sulla storia del bandoneón si è già scritto abbastanza, per cui farò solo una breve introduzione. Il bandoneón ha come antenato la concertina tedesca (Konzertina), inventata da Carl Uhlig verso la metà dell'Ottocento prendendo come spunto la concertina inglese.

La concertina di Carl Uhlig
Sinistra: la prima concertina di Uhlig (20 toni - 1834).
Destra: modello del 1860 a 56 toni (Coll. S. Chambers).

Lo strumento ebbe successo nel contesto delle musiche popolari, analogamente alle altre concertine, all'organetto e ai vari tipi di fisarmoniche che ebbero quasi tutti i natali in quel periodo. Sulla scia di questo successo vari altri costruttori in Germania si cimentarono nella costruzione e commercializzazione di questi strumenti. Uno di questi fu Heinrich Band che apportò (o fece apportare) alcune modifiche alla tastiera e commercializzò su larga scala il bandonion, dando il proprio cognome allo strumento sulla falsariga del già esistente accordion.

Bandoneón H.Band, 1860, with registers (coll. H. Geuns).
Bandoneón "H.Band", 1860 o precedente (coll. H. Geuns).

Una piccola osservazione: il bandoneón non nacque per sostituire l'organo a canne. A quell'uopo esisteva già l'harmonium, strumento versatile, tutto sommato economico e trasportabile che poteva essere suonato da qualsiasi pianista o organista, a differenza di concertina o bandoneón che richiedevano uno studio specifico ed erano molto più limitati in timbrica ed estensione. Si tratta di una leggenda priva di qualsiasi evidenza storica ma che ha fatto molta presa tra i bandoneonisti.

La divisione

A questo punto la famiglia si divide: da una parte gli strumenti di Heinrich Band, che arriveranno nella zona del Rio de la Plata e diventeranno il bandoneón tipico del tango: il 142 o Rheinische Tonlage.

Dall'altra la produzione di concertine continuerà dando origine alla Chemnitzer Konzertina odierna e successivamente al bandoneón unitario, il modello 144 o Einheits Tonlage nato per unificare le decine e decine di tastiere di bandoneón allora presenti (c'è chi parla di più di 60 tastiere diverse). Siamo nel 1924.

Bandoneón e concertine sono a questo punto strumenti piuttosto diffusi in Germania, Olanda, Belgio, e in parte in Francia, Polonia e Boemia. Nascono le orchestre di bandoneón e le associazioni di bandoneonisti, delle vere e proprie leghe che in Germania, per limitare la diffusione di tastiere non standard, proibiranno di suonare in orchestra modelli diversi dal 144.

Orchestra di bandoneón in Germania, primi anni '30.
Orchestra di bandoneón in Germania, primi anni '30.

Nel frattempo giunge la crisi del '29 e l'avvento del nazionalsocialismo nel 1933.

Il "durante"

Bandoneón e nazisti non vanno d'accordo

Nella retorica musicale nazista veniva esaltato tutto ciò che era marziale e trionfale e non c'era spazio per le melodiose, dolci e melanconiche sonorità degli strumenti ad ance; largo spazio invece a marce, fanfare e orchestre che suonavano poderose ouverture.

Parata militare in occasione dei 50 anni di Hitler.
Parata militare per i 50 anni di Hitler (fonte Wikipedia/Bundesarchiv).

Ma questa probabilmente era solamente una scusa.

La realtà è che il nazismo temeva l'influenza di molti circoli culturali (che spesso erano assemblee e riunioni di matrice più sociale che ricreativa) e nel 1935 molte di queste associazioni vennero messe al bando, comprese quelle che riunivano gli appassionati di bandoneón.

Per capire meglio la situazione ci viene in aiuto un interessante documento: "Das Doppelte A: von bandonion zum bandoneon" (Il doble A: da bandonion a bandoneón - N.d.A.) di Rolf Lambert consultabile in tedesco qui.

Traduco dal tedesco il testo che compare alla pagina 5 dell'articolo, in terza colonna.

L'associazione ha per base il movimento operaio, recita lo statuto della Bandonion-Dachverband (Organizzazione di Bandoneon) del 1911.

Il 2 febbraio 1935 la maggior parte delle associazioni di bandonion vennero sciolte e bandite dalla Reichsmusikkammer nazionalsocialista.

I nazisti consideravano gli strumenti ad ancia inadatti alla musica per il popolo, secondo loro il suono era troppo stridulo.

Le varie associazioni musicali non suonavano solo ouverture, marce e polke in occasione di eventi e balli, ma anche canzoni di lotta dei lavoratori tedeschi. Ecco cosa racconta il direttore d'orchestra Alfred Just negli annali di cronaca di "1. Stoccardaer Bandonion-Verein Freildang 1901":

Abbiamo suonato nella sala Dinckelacker la sera prima della manifestazione di Hitler, a un'affollata manifestazione della Lega Militante Antifascista. Abbiamo potuto ascoltare per l'ultima volta i canti operai e altra musica rivoluzionaria, accompagnati dalla nostra orchestra.

L'associazione aveva distrutto tutti i documenti già nel 1933, affinché non cadessero nelle mani della Gestapo. Gli spartiti di musica proletaria venivano inzuppati d'acqua, poi appallottolati e compressi in bricchetti di carta. Perquisizioni domiciliari e interrogatori della Gestapo erano all'ordine del giorno.

Sempre più membri della nostra associazione avevano iniziato a saltare o mancare alle prove.

Il "dopo"

Le difficoltà post-belliche

Il testo continua raccontando la difficile situazione delle fabbriche di bandoneón tedesche nelle ultime fasi del conflitto e dando spunti di interpretazione sul perché la qualità degli strumenti sia calata drasticamente durante e soprattutto dopo la guerra.

Davamo via i bandonion al peso in cambio di qualche chilo di patate [...] Helmut Fleischer così descrive le difficoltà dopo la fine della guerra.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la produttività di industrie non belliche a Carlsfeld venne limitata e molti dei lavoratori furono arruolati nella Wehrmacht. Molti non tornavano più, qualcuno faceva ritorno dalla prigionia.

La produzione degli strumenti riprende lentamente a causa delle continue interruzioni di corrente, è difficile reperire lo zinco e l'alluminio per la produzione delle piastre (i "pettini", n.d.A.).

Ce n'era ancora una certa quantità di scorta - continua Fleischer - c'era ancora del legno e alcune altre parti acquistate.

Un campanello ti chiamava al lavoro quando tornava l'elettricità
.

Fleischer dice che inizialmente la zona era sotto controllo degli americani, ma poi sono arrivati ​​i russi. Dopotutto, Carlsfeld era nel settore sovietico.
Una delle fabbriche di Alfred Arnold, a Carlsfeld.
Una delle fabbriche di Alfred Arnold, a Carlsfeld.

Nel 1949 l'amministrazione DDR decise di convertire la ditta AA in una fabbrica per la produzione di parti per motori diesel. Venendo meno quello che era il principale centro di produzione di bandoneón al mondo, per lo strumento iniziò l'inesorabile declino. Completò il lavoro il disinteresse per il tango e in generale per la musica "melodica", a beneficio del nascente rock negli anni '60.

Nel frattempo però in Germania sopravvissero alcuni piccoli poli artigianali che stoicamente perpetuarono la produzione (seppur limitata a pochi esemplari all'anno) e che poi insegnarono l'arte alle nuove generazioni di talentuosi artigiani europei che avviarono la propria attività negli anni '80 e '90.

Ringraziamenti

Desidero ringraziare il sig. Eric Gerritsen che ha ispirato questo articolo, ha reso disponibili alcune delle fonti citate e le ha tradotte dal tedesco all'inglese.

Fonti e approfondimenti

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